Archivio mensile:gennaio 2012

3 settimane nel NSW…

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Visita del centro, Circular Quay, Harbor Bridge, Fish Market  e chi più ne ha più ne metta. Royal Botanical Garden, Royal National Park, 4 giorni di camping e National Park, concerto di Manu Chao, Australian Day, Festival a Hyde Park, Bondi beach, Manly…e poi il rincontrare gli amici di ieri e di oggi in un angola di strada dall’altro capo del mondo… messa così fa penare a settimane intense, divertenti e avventurose…ed effettivamente lo sono state!  Ma anche questa volta ciò che di  più bello ci rimarrà e ci mancherà è stato l’incontro, l’accoglienza, l’ospitalità e la condivisione, questa volta vissuta con la Comunità Papa Giovanni XXIII.
Presente in tutti e 5 i continenti,  opera a Sydney da circa 5 anni, accogliendo e accompagnando persone in difficoltà, madri con bambini, rifugiati politici e tutte quelle persone che vivono il disagio della solitudine. Offrono uno sguardo al prossimo all’interno del vivere familiare, in una familiarità contagiosa che coinvolge i volontari di passaggio portandoli a confrontarsi con uno stile di vita diverso da ciò a cui siamo abituati, portandoci a pensare in un ottica più collettiva, facendoci scaturire domande e pensieri che prima d’ora non ci eravamo posti.

Royal National Park
Danila E Gibo, mitica coppia dalle larghe vedute di grande esperienza e di grande umiltà, hanno scelto di aprire le porte di casa loro  e ci hanno fatto sperimentare un’altra faccia dell’Australia, insieme ai loro figli e al nostro  concittadino amico di data Christian, rendendo questo periodo davvero unico.
In attesa dell’aereo che ci porterà a Buenos Aires, indietro nel tempo (non solo per una questione di fusi), cerchiamo di prepararci ad un nuovo forte cambiamento che l’America Latina ci riserverà.
Quindi…ci caliamo già nei ruoli…
Hasta la vista compañeros!

Vita da “Backpacker”

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Marco e Vera on the road!Una cosa è sicura…l’Australia è grande!!!
Talmente tanto grande che l’idea di vederla e viverla interamente è fattibile ma non facilmente possibile.
Uno dei modi migliori per poterla ammirare, e forse uno fra i preferiti dai backpacker in viaggio per queste terre, è quello di affittare un caravan…o meglio un pulmino solitamente di fattura asiatica, quasi sempre piuttosto scassato ma attrezzato come un bunker anti atomica.
Uno di quei pulmini in chiave moderna stile “Volkswagen” hippie anni ’60 che oggi come ieri rappresentano semplicemente “la libertà”!
Dopo aver quindi provato, dopo questo ormai già lungo viaggio, aerei, navi, metro, taxi, bus e bici…ecco finalmente l’ebbrezza di  guidare all’estero una macchina…per di più a destra!!!
La destinazione scelta è ambiziosa, sia per bellezza che per distanza…Mungo National Park!!! A separarci circa 900 km per lo più nel famoso nulla australiano.

Emu
Ad accompagnarci il solo poco rassicurante rumore proveniente dal motore della macchina che sembra debba esplodere da un momento all’altro, e soprattutto la costante paura che, a seconda della vegetazione del momento, un canguro, un emu, un koala o un opossum possano attraversarti la strada da un momento all’altro…detto fatto!!! Concentrati sulla guida delle desertiche strade sterrate che ci conducono al parco, vediamo apparire e balzellarci incautamente di fronte al paraurti prima una famigliola di canguri grigi e poi un tris di emu in piena corsa!
Valicata l’ennesima collina che separa dal parco, inizi a capire che ne è davvero valsa la pena…278 km quadrati di parco nazionale, insigniti anche dall’Unesco come bene dell’umanità, con una storia di circa 45000 anni e un panorama lunare che varia da una famosa collina lunga 25km di dune di sabbia chiamata Wall of China e sterminate distese di roccia e terra rossa qua e la colorate da qualche maccchia di verde.

Nel deserto...
E quando poi ti rendi conto che quel giorno, sotto 40 gradi e un sole battente, in quella vasta area ci sei solo tu, inizi davvero a capire cosa vuol dire essere nel deserto…sensazioni strane e al tempo stesso intense, sostenute dal silenzio e dalle immagini che ci corrono davanti agli occhi.

La strada per Mungo
E dopo esserci saziati di tutto questo, e di quattro pomodori freschi alla spina, mangiati dopo una fugace doccia scroccata nei bagni del centro turisti (completamente vuoto, ma dove bastava spingere un pulsante per far partire la guida) ci siamo rimessi in marcia per cercare un posto in cui passare la notte.
Eccoci accontentati…dopo 200 km la ridente cittadina di Hay, 2600 anime, è stato lo stop perfetto prima di arrivare il giorno seguente a Morton National Park, alla Fritz Falls, dove una cascata di 82 metri ci ha lasciato a bocca aperta dopo averci anche steso al tappeto…Fitzroy Falls
Più tardi invece nella Kangaroo Valley ci siamo addormentati con l’odore del fuoco e il suono di un banjo dei ragazzi della tenda accanto in un backpacking camping immerso nel verde…Jervis Bay

A concludere questa indimenticabile epopea, non poteva mancare uno sguardo all’oceano, nella meravigliosa Jervis Bay e Boderoo National Park.
Che dire…2300 km in 4 giorni (di cui la Vero tiene a sottolineare circa 300 fatti da lei…per me sono meno…e comunque con una sua scalata dalla 5° alla retro), e tanta tanta tanta wild life, che poi in fondo, almeno per noi, è davvero l’attrazione più bella dell’Australia.

Gli Italians under 30

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Arrivi a Sydney e ti accorgi di cosa vuol dire Australia…soprattutto ora che è estate!
E’ sufficiente prendere una metropolitana e arrivare a Circular Quay per trovarsi di fronte a ciò che più caratterizza questa città…a sinistra il favoloso Harbour Bridge (detto anche l’attaccapanni per la sua forma curva) e a destra la strabiliante Opera House.

Harbour Bridge
Il fiato si spezza, gli occhi si spalancano e la bocca inizia a fare versi del tipo uohhh, nooo, mahh…
Poi girovagando e camminando per le sue strade inizi a sentire voci familiari e volti che ti sembra di aver già visto… poi comprendi…sono italiani…
Giovani italiani partiti zaino in spalla, principalmente con un sogno e aspettative comuni..quello di trovare lavoro e fare moneta…quello che nella nostra un po’ sofferente ma ancora combattiva Italia, da tempo purtroppo si è persa notizia, almeno per quanto riguarda appunto i giovani. Mentre nella più nuova che vecchia Australia, nella Sydney pirotecnica, pare esserci  uno spazio, un’occasione, o forse più di una, per ogni giovane, laureato e non, di fare, fare qualcosa…perché qui c’è ancora qualcuno che ti chiede “cosa sai fare?” e che dopo avergli risposto ti ribattono “bene ora fammi vedere…il posto è tuo”.
Opera HouseNon va trascurato però un piccolo particolare non da poco…la maggior parte dei ragazzi conosciuti e incontrati fin’ora,  non stanno esattamente svolgendo quelle mansioni per cui magari han studiato duramente, per cui hanno investito tanto e tanto hanno faticato.
C’è chi infatti dall’altra parte del mondo si è scoperto pizzaiolo, giardiniere, muratore o cameriere…ma  son pur sempre di onesti lavori! Lavori che si trovano facilmente, spendendo anche soltanto una mezza giornata se si è fortunati, e che permetteno di guadagnare…di guadagnare anche molto, visto che anche un semplice sguattero-lavapiatti (vedi Marco…) è capace di guadagnare in regola circa 20-25 dollari all’ora (16-20 euro) e in generale circa 1000 dollari a settimana.
Una cifra che presa a se stante fa pensare, mette in difficoltà, poiché inevitabilmente  ti porta a pensare alla paga italiana, agli stenti e alle rinunce per arrivare alla fine del mese paragonato a questo bottino trovato per caso, con un lavoro casual (un incrocio fra il nostro contratto co.co.co. e quello a chiamata) che in Italia forse non avrebbero fatto, ma qui sì, perché pagato al di là di ogni aspettativa. Così di fronte a queste cifre qualche domanda te la poni e le risposte spesso allettano, al punto di chiederti se non sia anche la tua occasione e quindi…mi fermo qui o torno in Italia?
Ma dopo questa prima facciata dell’Australia seduttrice, arriva quella dell’Australia “no free lunch”, dove per un caffè si è capaci di pagare 4-6 dollari, per una pizza 25 e per l’affitto di una stanza singola più di 200 dollari a settimana, dell’Australia  in cui esistono evasori di tasse dispensatori di un non proprio sicuro lavoro in nero, dell’Australia che investe 50.000 e più dollari in fuochi d’artificio (certo i più belli mai visti prima) e non per aprire centri di aggregazione giovanile o per fare qualsiasi tipo di intervento sociale dato l’alto tasso di violenza, trasgressione e abuso di sostanze, che ragazzi dai 13 anni in su presentano oltre ad un forte senso di solitudine…così di fronte a queste due facce della medaglia noi non possiamo che dire che in fondo tutto il mondo è paese,  che il cappello magico australiano, scoperto il trucco, in realtà non ha poi tutta la magia che si pensava. Si torna quindi inevitabilmente con la mente alla nostra Italia, quella che spesso tanto rinneghiamo, quella che oggi purtroppo fa tanto parlare di sé non per le sue meraviglie ma per i suoi problemi, quella che ovunque sognano per le sue infinite bellezze storiche, artistiche e naturali, ma soprattutto famosa in tutto il mondo per NOI italiani corteggiatori, artisti, creativi, lavoratori e migratori…insomma  la nostra cara terra può e deve sicuramente imparare molto nonostante sia una fra le più anziane e dovrebbe averne imparate… ma ancora una volta se dobbiamo scegliere, scegliamo la nostra imperfetta Italia…

Ancora una volta zaino in spalla…

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Zaino pieno zaino vuoto zaino mezzo… e una bilancia, per misurare i kg degli zaini, delle avventure vissute che ci hanno riempito di altre immagini, parole e pensieri e di ciò che ci aspetta a 4 ore e mezzo da Perth…Sydney!!!!kangaroo

Insomma, una parte di famiglia prima mai conosciuta ma ora conosciuta, un lavoro trovato non per caso anche se forse il caso ha voluto che aprissimo, insieme ai proprietari, il Cafè nel quale abbiamo lavorato come barista e lavapiatti, rendendoci partecipi di tutte le decisioni che uno prende, quando decide di aprire un business…cultural tastes team

E seppur noi non ne avessimo un’idea a volte abbiamo detto la nostra…e in tutto questo non abbiamo solo trovato un lavoro ma anche dei colleghi amici e dei clienti amici….quelli che arrivano, riconoscono subito che non sei australiana/o , con cui si finisce a parlare del nostro viaggio e che poi i giorni dopo ti chiamano per nome e ti chiedono il loro solito long black… E poi, e ancora e poi, abbiamo percorso le infinite strade australiane che ti fanno sentire come un granello di sabbia nel deserto, incapace di percorrerle e domarle da quanto sono grandi, ma che raccontano tante storie, storie di una nuova ma datata cultura aborigena – australiana nata e vissuta in mezzo ad una naturastrada incontaminata arida e ricca allo stesso tempo che ogni giorno offre la prima – visione di spettacoli realmente mai visti prima, con personaggi ai nostri occhi insoliti…canguri, koala, quokka, cormorani e altri ancora di cui forse non conosciamo il nome, il tutto proiettato in uno sfondo infinito che è il cielo….non sappiamo perché ma anche questo è più grande del solito e a volte la sensazione è quella di poterlo davvero toccare. Sarà che non ci sono condomini alti a spingerlo sempre più in su lontano da noi, o sarà quel che sarà ma tante volte ci si incanta davvero nel guardarlo. bike

Bè anche qui con le nostre originali biciclette di strada ne abbiamo fatta….ieri addirittura 23 km, il giro completo della meravigliosa isola di Rottnest di cui non sapevano neanche l’esistenza, cosa che ancora una volta ci ha sorpresi.

Non c’è davvero niente di più bello che girare con la testa all’insú per non perdersi niente di ciò che continuamente accade sopra di noi!

scippi e vera