Come tutti sappiamo dietro le quinte di ogni palcoscenico c’è di bello e c’è di brutto, ma per scoprirlo bisogna alzarsi dalla sedia dello spettatore, ed entrare nel vivo di ciò che accade nello spettacolo.
Questo è quello che è successo un po’ a noi. Passate le prime settimane e iniziata la scuola di inglese, abbiamo cominciato a cambiare ritmo, a smettere di camminare con la testa per aria rischiando ogni volta di sbattere contro qualcosa o qualcuno perché incantati dalla maestosità degli interminabili grattacieli.
Così abbiamo iniziato a scoprire una New York che non dorme mai, che non spegne mai le luci, dove tutto va alla velocità della luce, dove la gente calpesta gli stessi centimetri di marciapiedi tutti i giorni con la sua cup di caffè in una mano, la 24 ore nell’altra e il new york times sotto il braccio.
Tutto gli dice “fermati”, ma loro non possono fermarsi perché lo show deve andare avanti, perché gli angoli dei marciapiedi devono riempirsi di chioschi di hot dog e pretzel, perché le biciclette dei giovani imprenditori dandy di Brooklyn devono continuare a sfrecciare sul famoso ponte in direzione Manhattan schivando le frotte di turisti distratti, perché la 5th o la 6th avenue senza la classica fila interminabile di taxi non sarebbero lo stesso…e mentre la città si prepara al nuovo giorno, noi ci svegliamo per andare ad occupare i banchi di scuola, ed è proprio da qui, tra il present perfect e il simple past che abbiamo potuto conoscer meglio ciò che non sempre c’è dato sapere.
Una nazione che con gli anni ha perso un po’ del suo vecchio smalto, vuoi per la crisi a cui ha dato il “La”, vuoi per le guerre che continua a perpetrare negli anni senza vederne esattamente una fine, e infine che cerca giorno dopo giorno, aggrappandosi anche con le unghie, di resistere e dettar legge in un mondo dove ormai i veri padroni son diventate nuove economie emergenti, dove l’idea democratica e umanitaria non solo non è considerata ma è anche calpestata.
Questa nazione davvero ci viene da definirla estrema…estrema è l’apertura mentale con cui accoglie le multi-etnieche la abitano ma anche estrema ne è stata la lotta per l’integrazione, estrema nel cercare di rendere egualitari i diritti di ogni singolo individuo, bianco o nero, etero o omosessuale, ebreo ortodosso o mussulmano , ma continuando a favorire una sanità e un’istruzione basata sul dollaro e sul background socio-culturale, estrema nella libertà di parola, di espressione e di culto, al punto tale di permettere ancora oggi agli appartenenti del Ku Klux Klan di lanciare quotidianamente slogan razzisti, estrema nella considerazione per meriti e non per apparenza dei suoi lavoratori fino a vietare l’esposizione della fotografia nel curriculum vitae ma allo stesso tempo capace nei colloqui di utilizzare il livello di influenza nei social network, tramite Kluot.com, come linea guida alla base di nuove assunzioni, estrema nel permettere l’accesso alla più nota e incredibile arte del mondo ad offerta libera ma allo stesso tempo proporti di pagare un carnet CityPass per le medesime cose a “soli” 99$, estrema nel regalare green card sotto forma di lotteria a milioni di persone e poi di permetterti, se il tuo biglietto non è quello fortunato, alternative come quella di aprire un’attività con un investimento minimo di un milione di dollari o con un socio americano, o meglio ancora di trovare marito o moglie made in USA.
Come avevamo anticipato, c’è di bello e c’è di brutto, ma vi assicuriamo che questo è uno spettacolo da non perdere specialmente se osservato nella sua tridimensionalità, se guardato non solo dal basso ma anche dall’alto dei suoi grattacieli …..il tutto con occhi giusti….perché è questo che in fondo fa la differenza.
Così si arriva a fine giornata, la luce del giorno ci da la buona notte….ma quella di New York è ancora accesa…..
Buona Notte!