Archivio dell'autore: Marco Succi

Il Ricordo di un Uomo

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Le righe di oggi purtroppo non sono dedicate a descrivere un luogo, una situazione o un’esperienza, ma sono tutte rivolte al ricordo di un Uomo.

Un Uomo che con il suo affetto, la sua allegria e la sua ospitalità ci ha permesso di vivere davvero un periodo unico durante il nostro viaggio.

Che oltre che a spendersi continuamente per coinvolgerci e farci sentire a casa, ha dedicato parte del suo tempo per insegnarci e spiegarci i pregi e difetti del suo amato e odiato paese, denunciandone quelle regole tribali che troppo spesso ancora ne guidano il suo “inquieto” vivere.

Un Uomo scomodo per le sue scelte, perché aveva deciso di non chiudere gli occhi, di non girarsi dall’altra parte, ma di vedere e affrontare la povertà, la fame, l’abbandono e il disagio.

Che nonostante le tradizioni e le usanze aveva scelto come moglie una nostra connazionale, l’incredibile Sandra, con la quale ha ideato e realizzato un progetto unico, The Shelter – Progetto India, nel villaggio di Darbaripur, alle porte di New Delhi, nel quale ci hanno ospitato e permesso di conoscere i loro 19 piccoli tesori.

Questo era Saji, appunto, un Uomo speciale…purtroppo un mese fa, come dice Sandra, il loro sogno si è interrotto in anticipo i modo imprevisto, ma il suo ricordo rimarrà nei nostri cuori per sempre.

Un abbraccio Sandra, Namaste Saji…

Saji - The Shelter

Per saperne di più:

http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2012/08/01/752510-lecco_airuno_marito_volontaria_ucciso.shtml

http://www.indianexpress.com/news/expressway-murder-saji-has-gone-but-his-dream-will-live-on-says-wife/981664/

8 mila persone e 2 euro…

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Soweto Slum

Qui è dura la vita…non per me, ma per le quasi 8 mila persone che vivono nella baraccopoli…è faticoso uscire tutti i giorni di casa e sapere che hai tutta la giornata davanti, per lavorare, lavorare e lavorare, prima di tornare a casa e rivedere la famiglia e finalmente mangiare…200 scellini kenyoti, equivalente di 2 euro, è il salario medio per un operaio che lavora nella cava di fronte a casa nostra per un giorno…

Spaccarsi tutti i giorni per soli 2 euro, sapendo che, tornando a casa, potresti non rivedere i tuoi figli, scappati perché  stufi di questa vita, e ritrovarli ai bordi delle sporche strade della periferia di Nairobi.

Per i ragazzi di strada non è dura trovare da mangiare o trovare una baracca dismessa dove dormire, la cosa dura da accettare è quella di essere un rifiuto della società, sapendo che qua i rifiuti si bruciano ai bordi delle strade perché non diventino troppi e perche non siano visti…

Francesco

14 ore…

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…14 ore per vivere la giornata, con quel poco che la fortuna, per alcuni, o Dio, per altri ha voluto donarti..dalle 7 a.m. alle 9 p.m la gente di Soweto vive, dopo le 9 di sera in strada ci sono solo ubriaconi, che girano blaterando qualcosa contro un mondo che non regala niente, contro un governo bastardo e ladro.

Notte a SowetoLa baracca dove sono andato a mangiare stasera accoglie gli ultimi della baraccopoli, che allo stesso tempo sono gli ultimi della vita, i vecchi saggi col berretto che biascicano solo “kikuio” (dialetto della loro tribù), e che non sembrano molto contenti della mia presenza…a già, dimentico troppo spesso che sono bianco…appena cenato, scappano nelle loro baracche, non perche qualcuno li stia aspettando, ma perche neanche per loro, nati e cresciuti qui, Soweto by night non è un bel posto in cui trovarsi…

E cosi, altre 14 ore sono passate, sempre troppo in fretta, anche se la stanchezza si accumula giorno dopo giorno…come la polvere sul mio letto!

Buonanotte Italia, lala salama Soweto…

Francesco

Una luce rossa da Soweto…

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L’autore di questo racconto è Francesco, un amico in viaggio nelle terre ferite del Kenya, partito zaino in spalla per condividere le sue giornate nella baraccopoli di Soweto…

Soweto Slum

antennedipace.org

” …ed eccomi qua! catapultato in una realtà povera, umile ma bellissima! Amo la vita spartana, mi piace dormire sereno anche se il materasso è sporco e ringraziare di avere almeno quello…scrivendo alla luce rossa della mia torcia penso alla giornata trascorsa, fra le mille cose che ho fatto, ma nel complesso mi accorgo che è stata una gornata tranquilla, qui non si corre mai! sono contento, perche finalmene, ho potuto vedere con i miei occhi e sentire con le mani, quella tanto sognata baraccopoli di soweto…una realta dove nessuno vorrebbe nascere, crescere, o allevare dei figli..cosi, ho girato per le strette strade sterrate delimitate dalle baracche di argilla e lamiera, fra gli occhi grandi dei bambni che continuamente mi urlavano “muzungu” (uomo bianco), degli adulti, un po’ meno contenti della mia presenza, che mi scorgevano dalle baracche mentre io schivavo rifiuti e buche del terreno arido, sabbioso e rosso…un saluto a tutti

Francesco

Ri-Torna’d’i

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Siamo tornati a casa già da un paio di mesi e nel frattempo anche altri amici sono tornati e altri ancora sono partiti.

Il ritorno, come immaginavamo, è stato incredibile…ma superate le prime settimane di abbracci, racconti e festeggiamenti, abbiamo cominciato ad avvertire la fatica…la fatica del tornare a casa, quella stessa fatica che a volte ti fa dire “chi me lo fa fare?”, “perché proprio ora che son finalmente tornato a casa?”, che ti fa venire voglia di risalire sul primo aereo…quella fatica tipica del ricominciare, che anche questa volta abbiamo scelto di sfidare.

A questo scenario si aggiungono gli indelebili ricordi creatisi in giro per quella parte di mondo che abbiamo avuto la fortuna di vedere…gli stessi ricordi che ci imponiamo di non dimenticare, ma che a volte dobbiamo tenere in un cassetto non troppo aperto, per la paura che ci travolgano, per aver la possibilità di controllarli e di riviverli a piccole dosi quando più ne sentiamo la necessità.

E’ così, tra tutti questi pensieri, che ancora una volta cerchiamo di essere un po’ funamboli per rimanere in piedi sul sottile filo che separa immaginariamente il “sono qui” dal “vorrei esser lì”, quel filo che ci porta dal dove eravamo al dove siamo oggi, che ci consente di dare un po’ di continuità anche da casa a quel che è stato il nostro viaggio.

Ripartendo dall’inizio di queste poche righe,  c’è chi è partito con zaino vuoto in spalla e mente aperta, non solo per viaggiare, ma di nuovo per scoprire, per assaporare e soprattutto per condividere, andando a toccare proprio quel continente che a noi è mancato…l’Africa.

Bene…è da lui che vogliamo iniziare ad aprire ad altri “funamboli viaggiatori” questo spazio, dove poter raccontarsi e raccontarci storie e esperienze di viaggio che non si fermano alla descrizione di un luogo, ma che arrivano a toccare immaginazione e cuore…

Un viaggio che non necessità centinaia e centinaia di miglia aeree per essere considerato tale, che non deve per forza essere vissuto nel qui ed ora, ma che può anche appartenere ad un tempo passato per cui valga la pena rispolverare la memoria.

Chiunque voglia condividere qui il contenuto dei propri zaini può farlo scrivendoci semplicemente una mail (vedi contatti).

Namaste, Selamat Datang, See Ya, Hasta Luego, Ciao…

Un viaggio da 233!

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Svegliarsi alla mattina, con la testa piena di pensieri, la pancia in subbuglio e non sapere perché, ma basta guardar fuori dalla finestra, dare un’occhiata al calendario, poi fermarsi un attimo e prendere coscienza che siamo giunti davvero al termine di questo viaggio.

Forse per alcuni il termine viaggio può sembrare riduttivo, un termine comune, ma non per noi, che in questi mesi abbiamo scoperto quanto sia stato “il viaggio” a guidarci, stupirci, emozionarci…noi in fondo abbiamo prenotato voli, abbiamo stilato un itinerario, riempito lo zaino di poche cose per lasciare spazio a quello che avremmo raccolto per strada, poi, tutto il resto è arrivato, con la stessa potenza del vento lasciandoci tanti nodi nei capelli da sgrovigliare, il viso rinfrescato, i polmoni pieni di aria nuova, diversa che a poco a poco è entrata in circolo, capovolgendoci e scuotendoci in ogni modo possibile ma facendoci sentire estremamente vivi, protagonisti autentici… “noi eravamo lì, pronti a captare, ingerire e assorbire tutto ciò che avremmo incontrato”, inconsapevoli del possibile cambiamento che avrebbe recato in noi.

E’ stata un’occasione, un dono, un treno su cui abbiamo scelto di salire, certi della direzione ma non del tragitto. Tragitto che si è articolato in modo autonomo, al di la delle previsioni, del “domani facciamo questo” e dei vari “questo è da vedere!”…certo, tante sono le strade che avremmo potuto percorrere, ma una è stata quella scelta per noi…ogni incontro fatto, ogni giorno vissuto, ogni piatto assaporato, ogni odore nauseato, ogni sguardo incrociato, non era casualmente li pronto ad aspettarci.

Il concludere questa avventura a New York, è stata una scelta dettata da un itinerario geografico su una cartina, ma che ad oggi si è rivelato come qualcosa di più. Qui infatti abbiamo ritrovato i risciò di Calcutta correre come matti in mezzo alla Fifth Avenue, le splendide donne indiane con i sari dai mille colori che davano luce alle giornate più uggiose, il karma e la cura per la natura dei balinesi ritrovato nelle piccole oasi in mezzo alle sculture di cemento, le scarpe inpecorate australiane e il classico “yeap” ad aprire e chiudere ogni frase, e infine la movida e la calorosità dei sud americani, visibile anche qua ad ogni angolo di strada.

Se anche avessimo scelto di programmarlo in ogni suo minimo dettaglio, non sarebbe stato così perfetto. Tutto ha superato ogni aspettativa, ogni nostra previsione e anche la nostra stessa immaginazione…

“Confusi e felici” , con la voglia di raccontarsi e di raccontare, con un piede indietro ed uno avanti, con l’emozione di tornare e un po’ di paura di dimenticare, con la speranza di poter trasmettere anche solo una parte della incredibilità vissuta.

Ci siamo sperimentati nell’esperienza ma senza uscirne stravolti, siamo quelli di prima ma con una mente, una cultura e un pensiero allargati, pensieri che speriamo continuino  a viaggiare oltre i confini.

……Quindi zaini in spalla e direzione CASA!!!!….

Marco e Vera sul Washington Bridge

…..Ma non pensate che sia finita qui….

I ragazzi sono in giro!

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L’idea di dover cambiare per l’ennesima volta lingua, cultura e abitudini, non solo ci aveva preoccupati, ma anche spaventati…sarà perché il ritorno è davvero ormai vicino, sarà perché l’esperienza in Cile, pur mettendoci a dura prova, ci ha lasciato tanto, sia in termini di vita che di rapporti.

Ma poi eccoci arrivati a New York City…la “Grande Mela”!

Zaini in spalla e via subito di autobus e metro fino a Washington Heights, quartiere a nord di Manhattan, dove essendo abitato prevalentemente da domenicani, la lingua madre è lo spagnolo, cosa che ci ha fatto sentire ancora un po’ nella nostra casa sud americana.

New York è capace di incantarti al primo sguardo, con i suoi interminabili palazzi, le sue luci sfavillanti e soprattutto la sua gente.

Times SquareGente giovane, sempre in movimento, rigorosamente a passo di musica, con auricolari attaccati ad un “iQualcosa” onnipresenti un po’ per caricarsi un po’ per evitare pazzi e discussioni.

Una città dove è difficile capire chi è turista e chi cittadino, poiché i nove milioni e più abitanti che la compongono provengono da ogni angolo del mondo.

E così ti ritrovi in un ristorante thailandese, a Little Italy, a parlare in inglese ad un’amica indiana…

Statua della Libertà

Vivere a New York è come premere play e iniziare la visione di un film, fatta dalla chiassosa Times Square o da una pennichella pomeridiana a Central Park, dallo shopping sulla 5th Avenue o da una partita a basket per le strade di Harlem, dall’emozione nell’attraversare per la prima volta il ponte di Brooklyn o dal vedere il tramonto illuminare di fuoco, il cielo e il mare dietro alla tanto conosciuta Statua della Libertà.

Ti senti davvero in un film, di cui però questa volta sei tu regista e protagonista, in cui ogni giorno sei l’autore di una nuova trama.

We ♥ New York!

Hielo y Aventura!

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Quasi 6000 km in autobus sono quelli macinati in un mese in Argentina.

E dire che le premesse con il primo da Buenos Airesa Puerto Madryn non erano state delle migliori…dopo pochi minuti infatti eravamo già fermi sul ciglio della strada con una gomma posteriore in fiamme…che paura!

Puerto Madryn dicevamo, seconda tappa di questo sud America che così tanto ci ha affascinato. Una ridente cittadina, meta di tanti backpacker patagonici, per la sua baia oceanica con annesso un molo dicirca un chilometro che spadroneggia su un ondoso e ghiacciato mare azzurrissimo, dal quale da giugno a dicembre è possibile vedere la balena australe nel suo lungo viaggiare.

leoni di mareIn ritardo di un paio di mesi ci siamo dovuti accontentare di guardare con gli occhi meravigliati e curiosi i leoni di mare che si rilassano sulle rampe del molo per i pisolini pomeridiani.

Ad ospitarci, nuovamente la Comunità Papa Giovanni XXIII, che è stata chiamata quì per venire incontro alla sempre più crescente emergenza della tossicodipendenza. Come in Australia, una splendida famiglia ci ha accolto nel quotidiano, senza farci mancare, oltre ai loro quasi quindicennali racconti della loro precedente esperienza cilena, lezioni di falegnameria, pesca, cucina e orticultura.

Da quì ida y vuelta per El Calafate, nel profondo sud patagonico, dove la fine del mondo è davvero a poche ore e dove la natura assume aspetti incredibili, mai visti finora e che difficilmente potevamo immaginare. La Ruta 40 è l’apripista di un’avventura fatta di Ande, laghi turchesi, deserto e poi ghiacciai…ghiacciai che per estensione sono terzi solo ai famosi poli terrestri!

Ghiacciaio Perito MorenoIl cammino ci ha portato a tu per tu con il ghiacciaio Perito Moreno, 250 km quadrati (più grande dell’intera Buenos Aires) di ghiaccio bianco celeste, fatto di muri, creste e punte. Per circa due ore, abbiamo avuto la fortuna e provato l’emozione di viverlo da vicino, grazie a uno paio di ramponi e due guide davvero in stile Hi-Tech.

Pochi giorni purtroppo, ma sufficienti a vivere un’avventura indimenticabile!

Tornati alla nostra Madryn, ecco l’altro desiderio realizzarsi…un’escursione alla vicina Peninsula Valdes, anch’essa patrimonio Unesco dell’umanità, ci ha infatti dato l’occasione di stare faccia a faccia con una colonia di pinguini di Magellano…piccoli, buffi e impacciati…impossibile

pinguino di MagellanoPoi ancora leoni ed elefanti di mare ariempirne le coste, rischiando quotidianamente la vita a causa della presenza costante delle orche in questi mesi. E poi i guanaco, i famosi lama argentini, gli armadillos e tanto ancora…

Una terra speciale, ricca di una natura da perdere il fiato e fatta di una storia coinvolgente e persone accoglienti. Senza dubbio una delle mete più indovinate di questo lungo viaggio.

Queste righe le stiamo scrivendo dal bus che ci porterà a Santiago del Cile (anche se in netto ritardo!!! giusto 3 ore…), nuova tappa!

Zaino in spalla e mente bene aperta per cogliere tutto ciò che di nuovo ci aspetta…

Suerte!

Marco y Vero

3 settimane nel NSW…

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Visita del centro, Circular Quay, Harbor Bridge, Fish Market  e chi più ne ha più ne metta. Royal Botanical Garden, Royal National Park, 4 giorni di camping e National Park, concerto di Manu Chao, Australian Day, Festival a Hyde Park, Bondi beach, Manly…e poi il rincontrare gli amici di ieri e di oggi in un angola di strada dall’altro capo del mondo… messa così fa penare a settimane intense, divertenti e avventurose…ed effettivamente lo sono state!  Ma anche questa volta ciò che di  più bello ci rimarrà e ci mancherà è stato l’incontro, l’accoglienza, l’ospitalità e la condivisione, questa volta vissuta con la Comunità Papa Giovanni XXIII.
Presente in tutti e 5 i continenti,  opera a Sydney da circa 5 anni, accogliendo e accompagnando persone in difficoltà, madri con bambini, rifugiati politici e tutte quelle persone che vivono il disagio della solitudine. Offrono uno sguardo al prossimo all’interno del vivere familiare, in una familiarità contagiosa che coinvolge i volontari di passaggio portandoli a confrontarsi con uno stile di vita diverso da ciò a cui siamo abituati, portandoci a pensare in un ottica più collettiva, facendoci scaturire domande e pensieri che prima d’ora non ci eravamo posti.

Royal National Park
Danila E Gibo, mitica coppia dalle larghe vedute di grande esperienza e di grande umiltà, hanno scelto di aprire le porte di casa loro  e ci hanno fatto sperimentare un’altra faccia dell’Australia, insieme ai loro figli e al nostro  concittadino amico di data Christian, rendendo questo periodo davvero unico.
In attesa dell’aereo che ci porterà a Buenos Aires, indietro nel tempo (non solo per una questione di fusi), cerchiamo di prepararci ad un nuovo forte cambiamento che l’America Latina ci riserverà.
Quindi…ci caliamo già nei ruoli…
Hasta la vista compañeros!

Baci da Bali / Bali da Baci

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B eautiful

A rt

L ove

I nimitable

….Questa signori e signore è Bali…

Dopo una toccata e fuga a Singapore fatta di thè e muffin da Strabucks e ore di scomodo sonno eccoci arrivati qua!!!

SanurQuest’isola con la sua pace e le sue spiagge che aleggia spesso nell’immaginario collettivo, effettivamente non delude sin dal primo sguardo…palme e alberi esotici che lambiscono lunghe spiagge dorate per arrivare a un’incantevole mare dalle infinite sfumature di azzurro…

Ma riavvolgiamo la pellicola e ripartiamo dal nostro arrivo…

I primi giorni ci hanno visto impegnati esclusivamente nel cercare un alloggio, facile da pensare ma non tanto da trovare! Quanto meno al prezzo che volevamo. Dopo aver preso contatti e aver incontrato decine di persone, salendo su motorini guidati da non sappiam chi verso non sappiamo dove, che garantivano di aver quel che ci serviva, lo sconforto ci ha assalito…e insieme a questo anche un po’ di malinconia per la nostra cara India. Si, tutto ci stava dicendo che dovevamo ricominciare da capo, ricostruire un quotidiano e trovare familiarità con tutto ciò che di  nuovo ci circondava.

La fortuna ci ha assistito ed il secondo giorno, abbiamo finalmente trovato ciò per cui disperavamo…camera da letto, bagno, cucina e addirittura un piccolo giardinetto privato…privato si fa per dire, in quanto ogni tre per due c’è qualcuno che lo attraversa. Ma questo non importa perché ciò a cui davvero ambivamo è la cucina!!! Finalmente abbiamo potuto gustare un buon piatto di spaghetti “aglio e olio” fatto da noi, ridando un po’ di felicità ai nostri palati!

Così finalmente siam riusciti a rilassarci e ricaricare le batterie dopo le energie spese nel primo mese e mezzo di viaggio.

I costi qua sono in generale cresciuti, compreso quello di internet, costringendoci a dover sfruttare le wi-fi gratuite di bar e villaggi turistici, fingendoci clienti in viaggio di nozze…cosa divertente e al tempo stesso utile, in quanto ci permette anche di poter usufruire delle loro piccole biblioteche, anche se la ricerca di libri in italiano è stata davvero ardua. Qua infatti il tedesco e l’inglese van per la maggiore, ma pre fortuna siamo riusciti a trovare ben quattro volumi, tra cui Coelho e la Mazzantini che possiamo gustarci comodamente stravaccati nei loro gazebi in legno in riva al mare…direi che non ci possiamo lamentare!

E così la nostra prima settimana è passata tra…mare, palme, spaghetti, libri e tanto tanto relax!

Bali Marco e Vero

Marco e Vera

P.S.

A causa della connessione internet non sempre presente, mettiamo un pò alla volta sul blog gli articoli scritti sui taccuini…